Escluso qualsiasi mezzo materiale usuale, (poiché le onde elettromagnetiche
si propagano anche nel vuoto) fu escogitata una speciale sostanza, l'etere.
L'etere doveva avere proprietà davvero particolari! Doveva essere tanto
tenue da penetrare in tutti i corpi ma doveva essere capace di trasmettere
le vibrazioni luminose. E poiché le vibrazioni luminose sono trasversali,
cioè perpendicolari alla direzione di propagazione, l'etere doveva addirittura
avere una proprietà dei corpi solidi. A. A. Michelson e E. W. Morley nel
1887, realizzarono una celebre esperienza che non solo dimostrò l'inesistenza
dell'etere ma provò anche che la velocità della luce è indipendente dalla
direzione di propagazione rispetto alla Terra. Gli insuccessi nel provare
l'esistenza dell'etere come sistema di riferimento assoluto, portarono
il filosofo francese Poincaré ad avanzare il primo tentativo di relatività
moderna, affermando che "le leggi dei fenomeni fisici devono essere le
stesse per un osservatore fisso e per uno in moto rettilineo uniforme
rispetto ad esso, cosicché nessuno dei due osservatori ha la possibilità
di stabilire, guardando l'altro, se esso è o meno trascinato in tale moto".
Successivamente, generalizzando l'ipotesi di Poincarè, Einstein riesaminò
criticamente i principi base della meccanica e dell'elettromagnetismo
ed elaborò una teoria, proponendo un nuovo principio di relatività, detto
principio di relatività ristretta. Esso afferma che "tutte
le leggi fisiche (non solo quelle della Meccanica), valide in un sistema
di riferimento inerziale, sono valide anche in un qualunque altro sistema
in moto traslatorio rettilineo uniforme rispetto al primo". Inoltre,
Einstein confermò l'invarianza della velocità della luce, affermando che
tale velocità rimane costante per ogni osservatore, indipendentemente
dal moto di questo rispetto alla sorgente luminosa. In questo modo, essendo
la velocità equivalente al rapporto tra spazio percorso e tempo impiegato,
poichè il rapporto spazio-tempo deve avere lo stesso valore per osservatori
in moto relativo, si ha come conseguenza che la distanza spaziale e la
separazione temporale tra due eventi dipendono dal sistema di riferimento
considerato. La conseguenza fondamentale è il venir meno del concetto
di tempo assoluto. In questo modo, il fisico tedesco ci conduce a una
nuova concezione di tempo e di spazio rispetto a quelle imposte dalla
fisica classica: il principio di relatività ristretta modifica infatti
le leggi delle trasformazioni galileiane che non valgono più (soprattutto
per corpi che hanno una velocità vicina a quella della luce). Furono introdotte
così le trasformazioni di Lorentz, le nuove leggi capaci di interpretare
la nuova concezione relativistica. Per completezza ne trascriviamo qui
sotto le equazioni:
x' = ( x - v*t ) / [ 1 - ( v^2 / c^2 ) ] ^ 1/2
y' = y*z' = z*t' = ( t - v * x/c^2) / [ 1 - ( v^2 / c^2 ) ] ^ 1/2
dove, al solito si ipotizza che la velocità di trascinamento v
sia parallela agli assi x e x' e che c sia la velocità
della luce. Tali trasformazioni hanno importanti conseguenze: la dilatazione
del tempo, la contrazione delle lunghezze e la modifica del concetto di
simultaneità. La dilatazione del tempo si manifesta nel caso di un osservatore
in moto: esso scorre tanto più lentamente rispetto a quello di un osservatore
fermo quanto più la velocità del primo si avvicina a quella della luce.
La contrazione delle lunghezze si osserva ad esempio misurando una sbarra,
che risulta più corta se valutata da un osservatore in moto rispetto da
essa di quella misurata da un osservatore fermo (ovviamente tale contrazione
si ha solo nella direzione del moto, non trasversalmente). Infine, la
modifica del concetto di simultaneità, ritenuto assoluto nella fisica
classica, diventa ora relativo: se due eventi si verificano nello stesso
istante t nei punti di coordinate x1 e x2 per un
osservatore nel sistema di riferimento S, non sembreranno simultanei
a un osservatore in S', a meno che non sia x1 = x2. Però
se i due eventi sono collegati da causalità, l'ordine temporale non può
invertirsi anche se si vedono i due eventi da un altro sistema di riferimento.
Infine, per corpi che si muovono a velocità minime, le trasformazioni
di Lorentz si riducono a quelle galileiane, che rimangono quindi valide
quando le velocità in gioco siano molto minori di quella della luce. Qui
si conclude il viaggio che ha portato ad una nuova concezione di tempo
e di spazio.
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