I suoi lavori furono addirittura pubblicati nella rivista ufficiale della
scuola, "Le Moniteur de l'Enseignement secondaire". In seguito, nel 1869,
iniziò la sua produzione poetica, con la poesia intitolata "Les étrennes
des orphelins" (Le strenne degli orfani), che fu pubblicata, nel gennaio
del 1870, sulla rivista "La Revue pour tous". In questo stesso periodo,
il giovane Rimbaud conobbe un professore di retorica, Georges Izambard,
che non solo lo incitò a comporre altre liriche, ma gli fece conoscere autori
come F. Rabelais, V. Hugo, Th. de Banville e i parnassiani. Nel drammatico
clima della guerra franco-prussiana, Rimbaud iniziò a manifestare l'insofferenza
del contesto familiare e la ribellione nei confronti della sua stessa esistenza
vincolata, fino a quel momento, soltanto alla scuola e alla famiglia. Il
giovane Rimbaud desiderava una vita libera e avventurosa (forse come quella
del padre); l'autorità della madre e la difficile situazione familiare nell'ambiente
borghese di Charleville lo indussero a fuggire ripetutamente dalla sua città
natale. La prima fuga avvenne il 29 agosto 1870 e terminò a Parigi, dove
Rimbaud venne arrestato per vagabondaggio. Venne scarcerato grazie alla
cauzione pagata dal professore Izambard, che lo ospitò in casa sua a Douai.
Qui, Rimbaud conobbe il giovane poeta Paul Demeny. In seguito fece ritorno
a Charleville ma fuggì un'altra volta il 7 ottobre cercando di raggiungere
a piedi il Belgio, con la speranza di diventare giornalista. Durante il
tragitto, raggiunse Douai, e chiese nuovamente ospitalità al suo amico professore.
Nel corso della permanenza a Douai, Rimbaud raccolse le venti poesie che
aveva scritto tempo prima, e le pubblicò nella famosa raccolta "Recueil
Demeny". Fu però costretto a ritornare a Charleville, dove rimase bloccato
per alcuni mesi a causa dell'occupazione prussiana della Francia. Riuscì
tuttavia a fuggire una terza volta raggiungendo Parigi senza soldi e senza
nessun amico. Rimasto senza risorse, fu dunque costretto a tornare a Charleville.
In questo periodo espresse simpatia per la Comune parigina, e manifestò
la sua avversione nei confronti della società borghese. Nel maggio 1871,
scrisse la "Lettre du voyant" (Lettera del veggente), manifesto che costituisce
la base della sua giovanile visione poetica. Nel frattempo si avvicino'
agli autori di ideologia socialista, come P.-J Proudhon, F.-N Babeuf e C.-H
Saint Simon. Il collegio, da lui frequentato, riaprì dopo l'occupazione
prussiana, ma Rimbaud decise di non farvi ritorno, e in una lettera all'amico
Demeny, espresse il suo desiderio di andare a vivere nella capitale. Nel
contempo, Rimbaud inizio' una fitta corrispondenza con Verlaine, il poeta
parigino "maledetto", presentatogli da amici comuni. Verlaine rimase totalmente
affascinato dalle poesie di Rimbaud (tra cui le Bateau
Ivre, composta nel 1871) e decise di invitarlo a Parigi. Nacque
così un grande affetto fra i due che determinò la fuga definitiva di Rimbaud
da Charleville e il ripudio della moglie da parte di Verlaine. I due poeti
infatti si legarono di un rapporto omosessuale che li costrinse a fuggire
più volte insieme (prima in Inghilterra e poi in Belgio), fino al tragico
evento del 1873, quando Verlaine, con un colpo di rivoltella, ferì l'amico
Rimbaud. L'episodio è da collegarsi alla relazione drammatica e violenta
che aveva caratterizzato l'amicizia tra i due poeti, con rotture, riconciliazioni
e abusi come l'alcol e la droga. In questo periodo, assieme a Verlaine,
Rimbaud scrisse gran parte della sua produzione poetica: "Derniers vers"
(Ultimi versi), "Une saison en enfer" (Una stagione di inferno) e (Illuminazioni).
Nel 1874, dopo aver concluso l'opera "Illuminations", Rimbaud ritornò a
Charleville. L'anno seguente iniziò lo studio della lingua tedesca e in
una lettera a Demeny del 1876, annunciò il suo addio alla letteratura. Rimbaud
iniziò così una nuova vita arruolandosi nell'esercito coloniale olandese.
Disertò quasi subito e dal Capo di Buona Speranza, viaggiando in Irlanda,
poi a Liverpool a Parigi, ritornò a Charleville. Nel 1877, lavoro' in un
circo e si reco' al suo seguito ad Amburgo e poi in Svezia e Danimarca.
Nel 1878 viaggiò in Italia e poi raggiunse l'Oriente. Divenne capo di un
cantiere a Cipro, e dopo altri numerosi viaggi in Europa, nel 1880 si ritrovò
in Abissinia, dedito a commerci di varia natura, tra cui il traffico d'armi.
Durante la sua permanenza in Africa conobbe importanti figure africane,
come il re Menelik e l'imperatore d'Etiopia, Hailè Selassiè. Infine nel
maggio del 1891, affetto da un tumore al ginocchio destro, ritornò in patria
dove mori', nella citta' di Marsiglia alla prematura età di 37 anni. |